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Le rendite servono solo a mantenere amanti, per carrozze e livree, per inutili servizi, per alimentare i vizi, per giocare a bassetta, per potere il pantalone, fuori casa sfogare.
Per poter imbandire piatti quindici e venti alla sua tavola, perché possa la Marchesa andare sempre in portantina; la scarpa stretta, poverina,la fa zoppicare, le pietre pungono troppo e non può camminare.
Per una sola lettera il vassallo, poverino, fa giorni di strada a piedi, senza esser pagato, mezzo scalzo e svestito, esposto ad ogni inclemenza del tempo, Eppure ha pazienza Eppure deve star zitto.
Ecco come s'investe del povero il sudore! Come, Signore Eterno, sopportate tanta ingiustizia? Voi, Giustizia Divina, ponete rimedio a queste cose, Voi,dalle spine,le rose, potete far nascere.
O poveri abitanti dei villaggi, lavorate, lavorate, per mantener in città questi cavalli da stalla. A voi lasciano la paglia, loro si prendono il grano; e pensano sera e mattina soltanto ad ingrassare.
Il signore Feudatario alle undici si alza: dal letto alla tavola, dalla tavola al gioco: e poi per distrarsi, va a cicisbeare; Fino a sera tarda: teatro, ballo ed allegria.
Quanto diversamente Il vassallo passa il tempo! Prima dell'aurora è già uscito in campagna; vento o neve alla montagna, è sempre lo stesso, o sole ardente; O poveretto! Come può sopportarlo?
Con la zappa e l'aratro lotta tutto il giorno; a mezzogiorno si ciba di solo pane.
Meglio pasciuto è il cane del Barone, in città, se è di quella razza che portano in grembo.
Temendo che si mettesse un rimedio disordini tanto grandi, con maneggi ed inganni le Corti hanno impedito; e hanno tentato di disperdere i patrizi più zelanti, dicendo ch'erano arroganti e contro la Monarchia.
A quelli che in favore della Patria hanno perorato che la spada hanno sguainato per la causa comune, o al collo la fune volevano mettere, poveretti! O come Giacobini, li volevano massacrare.
Però il Cielo ha difeso i buoni visibilmente, atterrato ha il potente, e l'umile esaltato. Dio, che si è dichiarato A favore della nostra Patria, dalla vostra insidia, Lui ci salverà.
Perfido Feudatario! per interesse privato protettore dichiarato sei del piemontese. Con lui ti eri inteso, con molta facilità; lui mangia nella città, tu, a gara, nei villaggi.
Era per i Piemontesi, la Sardegna una cuccagna; come nelle Indie di Spagna, loro si trovano qui da noi; contro noi alzava la voce perfino un cameriere; o plebeo, o cavaliere, il sardo si doveva umiliare.
Loro da questa terra hanno cavato milioni. Venivano senza calzoni, e se n'andavano gallonati. Mai ci fossero venuti, che hanno bruciato tutto! Maledetto il paese, che crea una genìa simile!
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venerdì 19 dicembre 2008
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